Dispositivi anti abbandono a norma: come funzionano e normativa vigente

 

Un dispositivo anti abbandono è un dispositivo utilizzato al fine di scongiurare il rischio di dimenticare i bambini in auto. Negli ultimi vent’anni in Italia si sono registrati oltre dieci decessi all’anno per bambini dimenticati in macchina dai propri genitori. Non poteva dunque la legge non schierarsi in favore della tutela dei minori, per cercare di evitare dimenticanze e conseguenti tragedie.

 

La normativa

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A proposito di legge, nell’ottobre del 2018 è entrata in vigore la norma Salva Bebè, che obbliga i genitori a procurarsi questi dispositivi se si trasportano in auto bambino fino a 4 anni di età. L’Italia è stata la prima nazione a dotarsi di una simile norma per contrastare i decessi provocati da abbandono in auto da parte dei genitori. La norma in oggetto ha cominciato ad esperire i suoi effetti nel novembre 2019, anche se l’applicazione sanzionatoria è stata rinviata a marzo 2020.

 

 

La legge comunque prevede non solo una multa che può arrivare fino a 326€, ma anche una detrazione di cinque punti dalla patente. Se il genitore reitera lo stesso comportamento nell’arco di due anni, la patente può essere sospesa fino a 60 giorni.

Stante al contenuto della legge Salva Bebè, i dispositivi anti abbandono devono avere determinati requisiti, concernenti le caratteristiche tecnico funzionali atte a stabilire una rete di sicurezza in favore del bambino.

Per incentivare l’utilizzo di questi dispositivi, il decreto fiscale dello scorso dicembre ha previsto dei bonus da elargire a tutti coloro che acquistano i suddetti congegni anti abbandono. Lo Stato ha stanziato un fondo da 14 milioni di euro nel 2019, con l’aggiunta di 4 milioni di euro nel 2020. Ogni famiglia avrà diritto a trenta euro per ogni dispositivo acquistato, fino ad esaurimento delle risorse statali.

 

I vari dispositivi

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Per quel che concerne le varie tipologie di dispositivi, i congegni Salva Bebè si dividono in: dispositivo integrato nel seggiolino, dispositivo ad optional nel veicolo, dispositivo indipendente dai seggiolini o dai veicoli.

Sono proprio quelli appartenenti all’ultimo gruppo ad essere i più gettonati: parliamo di dispositivi montati sulla seduta del seggiolino che rilevano la presenza del bambino grazie alla pressione effettuata sul sensore. Non solo è un congegno economico, in quanto si installa sul seggiolino già in nostro possesso, ma è anche altamente efficace nelle sue funzionalità.

Di questi dispositivi poi si fa una ulteriore distinzione tra quelli connessi allo Smartphone e quelli non connessi. I primi si collegano via Bluetooth e inviano SMS o chiamate di emergenza se il bambino resta in auto. I secondi invece emettono da soli delle segnalazioni acustiche se il bimbo è a bordo e il conducente spegne il motore dell’auto.

 

 

I dispositivi anti abbandono connessi allo smartphone sono quelli più venduti sul mercato. Questa diffusione è dovuta al fatto che tali congegni sono molto più sicuri, visto che lo smartphone è utilizzato in ogni momento, praticamente per fare di tutto. Inoltre sono idonei al requisito di omologazione (facoltativo) che secondo la norma di riferimento prevede che tutte le apparecchiature anti abbandono siano in grado di inviare messaggi e/o chiamate di emergenza ad almeno 3 contatti. Nel caso dunque che il bambino resti inavvertitamente in auto, scatta un allarme di notifica tale da avvisare in tempo i numeri indicati.

Viceversa i dispositivi anti abbandono non connessi al telefono emettono in autonomia un segnale acustico. Segnale che per quanto riesca ad attirare l’attenzione del genitore, potrebbe anche passare inosservato se si è intenti a parlare a telefono o a fare una qualunque altra cosa.

 

Un doveroso sodalizio tra sicurezza e tecnologia

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Questa interazione tra tecnologia e legge è stata doverosa al fine di consentire ad una qualunque persona di individuare la presenza del proprio figlio in auto, così da tutelare la sicurezza e la salute degli infanti.

Ad oggi abbiamo dunque fatto un gran bel passo in avanti, in virtù degli spiacevoli incidenti accaduti negli anni scorsi a discapito dei bambini. Pur apparendo controverso il ritardo di applicazione delle sanzioni previste dalla legge Salva Bebè, sta di fatto che lo Stato si è prefissato come scopo prioritario quello di salvaguardare l’incolumità dei minori.

Per fare ciò dunque, è stata sfruttata la tecnologia e i suoi enormi progressi, in modo tale che lo smartphone, oggi migliore amico dell’uomo, possa essere anche strumento atto ad emettere un allarme per possibili problematiche o dimenticanze concernenti i più piccoli.

 

 

Appare dunque evidente che il migliore tra i dispositivi anti abbandono sia quello collegato al cellulare, in quanto in grado di allargare gli orizzonti in termini di sicurezza, risolvendo la questione nel minor tempo possibile. Grazie a questi congegni d’allarme si può dunque evitare la scia di tragedie che non solo stroncano il futuro dei bambini, ma che possono avere anche inevitabili e doverose ripercussioni dal punto di vista penale nei riguardi di chi dimentica il proprio figlio in auto.