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5 motivi per usare il formato RAW

 

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Il formato RAW è un formato di file fotografico che mantiene integra la qualità e la quantità dei dati immagazzinati dal sensore della nostra fotocamera.  A differenza del jpg non subisce alcun procedimento di compressione e riduzione di dimensioni. Nonostante la dimensione in byte dei RAW sia notevolmente più grande rispetto ad un’immagine compressa jpeg e png, le potenzialità di questa tipologia di file sono enormi e permettono una serie di lavorazioni di postproduzione che altrimenti sarebbero impossibile senza perdita di qualità.

 

 

Vantaggi nell’utilizzo del formato RAW

  1. Correzione del bilanciamento del bianco

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Solamente salvando uno scatto in RAW potremo correggere efficacemente la temperatura colore della foto: non sempre l’automatismo della fotocamera lavora in maniera corretta o in alcune situazioni vorremo modificarlo per rendere particolari le tonalità di una foto. Vogliamo esaltare il colore rosso di un tramonto? Mitigare l’effetto di una luce ad incandescenza su un viso all’interno di un ritratto? Lavorando su un RAW possiamo farlo ed è anche un’operazione molto semplice. Possiamo impostare una categoria di bilanciamento del bianco o lavorare più finemente calibrando i gradi Kelvin della temperatura colore della scena.

 

  1. Correzione delle distorsioni di un obiettivo

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Sia che utilizziamo una reflex con obiettivo professionale o un semplice smartphone, le nostre foto soffriranno delle distorsioni derivanti dalla tipologia di focale connessa; variabile nel caso di una fotocamera, tendenzialmente grandangolare quando utilizziamo un moderno telefono. Le distorsioni (soprattutto in caso di focale grandangolare) deformano i visi dei soggetti ritratti e creano delle difformità nell’esposizione sulla scena. Attraverso software appositi è possibile modificare un RAW affinché queste aberrazioni vengano corrette o comunque mitigate. Sono le stesse case produttrici degli obiettivi a rilasciare specifici parametri per correggere al meglio queste distorsioni. Nelle impostazioni dei moderni telefoni vi è un’opzione per far applicare al processore di immagine queste correzioni prima di salvare la foto in JPEG.

 

 

  1. Sviluppo di una foto

Una volta lo sviluppo di una fotografa analogica veniva fatto in camera oscura, adesso si svolge in “camera chiara” davanti allo schermo di un computer: con questo termine si intende la postproduzione digitale di una foto. Se carichiamo all’interno di un software come Lightroom un file RAW potremo calibrare tantissime componenti della foto, lavorando su un file di questo tipo evitiamo la perdita di qualità che avremmo modificando un semplice jpeg: Aumento del contrasto e chiarezza e conseguente aumento della profondità della foto. Modifica delle ombre e delle alte luci per recuperare zone sovraesposte o zone molto scure. Modifica di parametri di colori specifici: saturazione, luminanza e tonalità. Es. Per rendere più saturo l’azzurro del cielo o modificare la tonalità di verde dell’erba.

Potremo esaltare i dettagli e i contorni lavorando sulla nitidezza, questo permetterà di identificare al meglio il soggetto e cogliere i dettagli più piccoli del nostro scatto. Questa è una delle operazioni che (insieme alla calibrazione delle ombre) rovina maggiormente immagini compresse JPEG, la libertà di lavorazione di un RAW fa sì che si riesca a  mantenere integra la qualità della foto anche accentuando molto la nitidezza dello scatto. Attraverso complesse operazioni potremmo, caricando la foto su Photoshop, addirittura lavorare su parti specifiche della scena come il cielo senza modificare il resto. Questo procedimento è molto utile quando vi è un grande divario di illuminazione tra parti diverse della foto (es. cielo e paesaggio diurno, foto notturna e molto inquinamento luminoso) e non abbiamo scattato foto più per effettuare un HDR.

 

  1. Salvataggio dei metadati

All’interno del file grezzo della fotocamera vengono salvati i cosiddetti metadati, dati aggiuntivi rispetto al codice immagine che aggiungono informazioni molto utili. Settando correttamente la nostra fotocamera potremo inserire in ogni foto i nostri dati personali, i dati di scatto, la posizione della foto, data e ora e hashtag per la catalogazione. A primo acchitto potrebbe non sembrare una grande caratteristica ma alla lunga, con l’aumento del numero di foto nel vostro archivio, diventerà fondamentale per ritrovare una particolare foto o filtrare solo gli scatti effettuati con una certa combinazione di ISO tempo e diaframma. I metadati possono essere anche usati per scoprire con quale attrezzatura è stata scattata una determinata foto trovata sul web o la posizione di un particolare paesaggio.

 

  1. Prova la proprietà di una foto

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Viviamo un’era in cui tutto può essere copiato o contraffatto, soprattutto in ambito artistico, possiamo considerare il file RAW come il certificato di proprietà di una foto. Il RAW è l’archetipo della foto postprodotta e condivisa, testimonia, tramite i metadati, la proprietà della foto e l’identità del fotografo e dell’attrezzatura responsabili della sua nascita. Molto spesso chi detiene il RAW di un’immagine è considerato il legittimo proprietario e il creatore della foto.

Inviare il file RAW di uno scatto a qualcuno è considerato un grande atto di fiducia e se siete costretti a farlo vi suggeriamo di eliminare i metadati contenenti le informazioni su di voi e sulla vostra attrezzatura. Una volta effettuate tutte le regolazioni e le sistemazioni, oltre a mantenere il RAW nel nostro archivio, è possibile convertire il RAW in JPEG per diminuire drasticamente le dimensioni del file, mantenere le modifiche effettuate in postproduzione e consentire una rapida condivisione.