Cannabis light e esami urine, la guida

 

Il peggiore incubo di coloro che fanno uso di droga sono i test tossicologici, come quelli sul sangue e sulle urine. Quest’ultimo in particolare può interessare anche coloro che assumono cannabis light, in quanto a determinate condizione, rileva la percentuale di THC presente nel nostro organismo.

 

 

In primis dobbiamo asserire che la cannabis light nelle urine è potenzialmente rintracciabile. Per cui per coloro che hanno intenzione di godere di tutti gli effetti benefici del CBD, è opportuno allontanare quanto più possibile il momento in cui ci si sottoporrà ad esame delle urine.

Se infatti si conoscono con precisione i tempi in cui quella minima parte di THC è rintracciabile dai test antidroga, ci si può organizzare così da poter continuare a beneficiare delle proprietà del CBD, senza rischiare nulla.

Ma andiamo con ordine e cerchiamo di capire con precisione come si svolge un test sulle urine (con l'aiuto di https://mariacbdoil.com, gli esperti del settore), cosa prevede la legge e come eventualmente è possibile evitare che gli esami rilevino il THC in circolo nel nostro organismo (ricordando che in Italia è legale solo la cannabis light con percentuali di THC bassissime).

 

 

 

Cosa prevede la legge italiana

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L’utilizzo della cannabis light è stato fortemente dibattuto nella nostra società e dal nostro ordinamento, il quale, fino a pochissimo tempo fa, era fermo sui suoi passi e quindi sull’espresso divieto di utilizzo di sostanze annoverate come stupefacenti.

Basti pensare che ancora oggi, sebbene siano state in parte riconosciute la vendita e l’assunzione di CBD in Italia, vige una politica di tolleranza zero nelle aziende per i lavoratori che risultano positivi al THC (i quali infatti vengono etichettati come colpevoli di aver operato in condizioni pericolose per sé o per terzi).

Ad ogni modo abbiamo fatto un piccolo passo avanti, al di fuori del contesto lavorativo, riconoscendo dei limiti massimi entro i quali i livelli di THC contenuti nella cannabis (e di conseguenza nel nostro organismo dopo l’assunzione) sono considerati leciti.

La legge prevede infatti che in qualunque prodotto venduto a base di marijuana leggera, la percentuale di THC resti al di sotto di una determinata soglia, limite questo non valido invece per il CBD, sostanza non psicoattiva contenuta nella cannabis.

Tale premessa era doverosa per introdurre il discorso del test sulle urine, che in talune circostanze può rilevare anche quella impercettibile percentuale di THC contenuta nella cannabis light.

 

Come funzionano i test sulle urine

Il test tossicologico (o anche detto antidroga) che si effettua sulle urine ha lo scopo di rilevare il THC, ossia il tetraidrocannabinolo, in circolo nel sangue, ovvero la molecola psicoattiva che altera le percezione di chi l’assemblea. Il CBD, la sostanza legale della cannabis legale, non è oggetto di ricerca del test.

Il livello di THC massimo tollerato in Italia è pari allo 0,5%, il che vuol dire che in un test antidroga, nel caso di assunzione di cannabis light, si risulterà positivo all’esame al di sopra di tale valore.

Devi tenere tuttavia presente, che i valori di riferimento cambiano in base a dove si effettua il test delle urine. Per cui in base alla soglia utilizzata dal centro in cui ti rechi, è possibile anche che l’esame risulti negativo.

 

 

 

Le tempistiche

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Altra doverosa precisazione da fare concerne il lasso di tempo in cui il metabolita del tetraidrocannabinolo resta in circolo nel nostro organismo.

Nel caso di marijuana classica, si smaltisce la sostanza psicoattiva in circolo anche tra i 30 e i 40 giorni in caso di uso abituale, mentre si smaltisce nel giro di 15 giorni se si tratta di consumo una tantum. Un tantino diverso è il discorso della cannabis light.

Secondo alcuni studi, tra cui uno condotto presso l'Università della Sapienza di Roma, lo smaltimento del THC in circolo nel nostro organismo acquisito tramite assunzione di cannabis light dipende dalle abitudini di consumo e dalla velocità di sintetizzazione delle sostanze da parte del metabolismo. Nella marijuana legale il tasso di THC è molto basso, quindi se sei un consumatore occasionale, potresti ottenere un risultato negativo dal test delle urine anche a poche ore dall'assunzione.

E infatti, su test pratici condotti su pazienti che hanno assunto cannabis light, è emerso che a parità di dosi assunte dalle cavie, alcuni test sono risultati negativi nel giro di poco tempo, mentre altri sono risultati positivi anche a distanza di giorni e settimane dal consumo di cannabis light.

Tale differenza dipende da un dato molto semplice ovverosia che il nostro corpo  tende ad accumulare i cannabinoidi, pertanto in caso di uso abituale di cannabis light, è più facile ritrovarsi con un test positivo fra le mani.

 

 

 

Quanto THC rilevano gli esami tossicologici?

Sui generis, il THC si attesta sui 50ng/ml come soglia massima consentita nei parametri riferimento del test delle urine. Per cui al di sopra di questo valore, il test sarà positivo.

Si sconsiglia per questo assunzione di cannabis light se si sa di doversi sottoporre ad esame delle urine di lì a poco. Fa altresì la differenza se sei consumatore abituale di cannabis light: il test potrebbe risultare con molta probabilità positivo rispetto a chi ne fa un consumo occasionale.