Le 7 più belle vie ferrate d’Italia

 

Le vie ferrate sono percorsi ben attrezzati attraverso cui escursionisti, turisti e alpinisti decidono di esplorare il paesaggio montano. Contrariamente a ciò che si pensa, le più belle, e spesso anche le più difficili da percorrere, si trovano in Italia.

È ormai più di un secolo ad esempio che le Dolomiti si sono animate di ferrate, sempre ben controllate dal soccorso alpino, in grado di regalare emozioni inconfondibili.

 

L’amore per la montagna attraverso le vie ferrate

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Estate dopo estate, questi sentieri ben organizzati, spesso intricati e ripidi, diventano la maggior attrattiva per chi prova un sano e naturale amore per la montagna. Tra percorsi verticali, e altri orizzontali, si tratta di escursioni fuori dal comune, che in talune circostanze possono essere intraprese solo da chi ha l’esperienza e la preparazione fisica idonee.

Comunque sia, qui in Italia, se ne conta un mezzo migliaio, considerato pertanto un orgoglio per il nostro paese, che non delude mai sul piano del turismo alpino.

 

 

La sicurezza in montagna

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Storicamente sono state le Dolomiti ad ospitare le prime ferrate italiane, e ancora oggi vantano un considerevole patrimonio a riguardo.

Dal momento che questi percorsi sono sempre più irti e intricati, la sicurezza deve essere al massimo dei gradi. Al di là delle imbragature e del casco, il Soccorso Alpino, come anticipato, è sempre in allerta. Ed è il motivo per cui, tra le altre cose, qualche tempo fa ha promosso una campagna di prevenzione, «Sicuri in ferrata». Si sono cioè tenute delle lezioni con dei tutor, che in compagnia degli allievi, hanno mostrato le buone regole di escursione e hanno fatto anche da guide per i sentieri delle montagne. Il loro primo insegnamento è stato: sulle ferrate si va prima di testa, e poi di mani e di piedi.

 

Le ferrate più belle d’Italia meritevoli di citazione

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Volendo citarne solo alcune, le 7 ferrate più belle d’Italia selezionate da ferrate365.it sono:

 

 

  • Valgrisenche. Si tratta di un percorso che, con i suoi 800 m di dislivello, si classifica come il più lungo in Valle d' Aosta. La Ferrata Valgrisenche è suddivisa in quattro zone, in quanto alcuni tratti vengono interrotti da dislivelli naturali. L’uomo ha installato lungo questo percorso delle scalette, che consentono all’escursionista di passare dalla placca superiore a quella inferiore con estrema facilità. Al culmine della via si trova un panorama mozzafiato che si affaccia sui ghiacciai al confine con la Francia. Per salirla occorrono circa 4 ore.

  • Le Grigne. Rappresentano un sistema intricato di percorsi e sentieri, ben attrezzati ma molto più ripidi. Questa è la via ferrata per antonomasia in Lombardia, amata molto dagli alpinisti del posto. Ogni stradina si interseca all’altra, ognuna con la sua difficoltà e la sua lunghezza, ma nell’insieme la ferrata regala orgoglio e soddisfazione a chi la percorre.Qualcuno consiglia prima di salire sulla Grigna meridionale, passando per il Canalone Porta e per la cresta Sinigaglia, per poi ritornare a valle percorrendo i Sentieri Cecilia e della Direttissima. Al culmine d percorso si trovano invece leguglie calcaree da un lato, e il lago di Como dall’altro. In totale possono volerci fino a 5 ore per arrivare a destinazione.

  • Sentiero dei fiori al Presena. Siamo davanti ad un itinerario la cui lunghezza è animata da una vasta gamma di fortificazioni italiane risalenti alla Grande guerra. La via ferrata in oggetto si trova in Adamello. Non è un percorso di per sé complicato. Tuttavia per arrivare alla Cima di Lagoscurosi consiglia di avvalersi della giusta esperienza, soprattutto in materia di ghiacciaio e di alta montagna. Ricordiamo che lungo il tragitto si trovano anche due passerelle sospese, rispettivamente di 53 e 70 metri.

  • Bocchette nelle Dolomiti di Brenta. Ci stiamo addentrando in complesse ferrate, in quanto le Bocchette sono molto più spigolose rispetto alle precedenti. Sono molto attrezzate, il che agevola il percorso, ed è possibile affidarsi alle peculiari cenge che si trovano a una quota di 2300-2700 m. Si parte dalla funivia del Grostè, per ripercorrere tutta Madonna di Campiglio.

  • Mori. È una ferrata a bassa quota che non giunge ad una cima, ma gode di una parete verticale che rende tutto l’itinerario ancora più difficile. Pur estendendosi per una modica altezza di 200 m, ha un’ampiezza che è il doppio, oltre cioè i 500. Si tratta della classica via ferrata da percorrere se c’è esperienza e professionalità. Si parte dalla piccola località di Mori, in Val d' Adige, vicino Rovereto. Per percorrerla possono bastare anche 3 ore, purché l’escursionista sia abile ed esperto.

  • La Marmolada. È la regina delle Dolomiti, con isuoi 3343 m di Punta Penìa. Non è né difficile né lunga da percorrere, ma chi decide di intraprendere la scalata deve aver prima effettuato un buon allenamento sia perl’alta quota che per la lunghezza. Meglio uscire sempre quando le condizioni meteo lo permettono, e consultare una cartina prima di mettersi in viaggio, onde evitare i punti della ferrata con i ghiacciai. Anzi per ogni evenienza nello zainetto si consiglia di portare una piccozza e dei ramponi di discesa. Il punto di partenza è la funivia di Pian dei Fiacconi, percorrendo poi tuttoil Passo Fedaia (Canazei). In totale per giungere alla cima ci vogliono mediamente 4 ore.

  • Il Cabirol a Capo Caccia. Infine non poteva mancare un riferimento alla ferrata della Sardegna, che si estende lungo le intersecate falesie di Capo Caccia, famose per la grotta di Nettuno. Ci vogliono circa 4 ore per percorrerla in tutta la sua estensione. Il punto di partenza è il parcheggio del belvedere sull' isola Foradada.